Non è che io voglia mettere in dubbio la tabella che hai pubblicato, per altro non redatta dalla casa madre, ma a me non risulta che questo modello avesse lo scarico a tubo dritto e libero, ne tanto meno con la filettatura all'uscita dalla testata, caratteristica, quest'ultima dei primissimi modelli, a suffraggio di quanto detto, puoi controllare l'innesto dello scarico della tua testata, dove non c'è nessuna traccia di filettatura, sicuramente nella tabella hanno sbagliato rigo, quando hanno scritto "filettatura scarico libero" si, perchè lo scarico libero, nei modelli sui quali era montato, aveva l'innesto a filettatura, se invece "filettatura" si riferisce ai filetti di vernice, non ci vanno neanche quelli, come già detto da Edomotom. Poi per quanto riguarda quel che dice tua zia, con tutto il rispetto per lei, l'ambiente delle moto d'epoca è pieno di "mi ricordo che..." di zii, nonni ecc ma poi spesso non è come ci si ricorda e ne ho avuto spesso le prove, perchè la memoria a volte gioca brutti scherzi, anche a noi che siamo un pò più giovani, infatti spesso prima di parlare mi vado a ridocumentare, in fine non è detto che uno, per esempio, se decide di far applicare i filetti di vernice al suo Motom deve necessariamente comunicarlo alla moglie e ancora, se nessuno ci ha messo mano, come dice tua zia, l'accrocco per il cavalletto centrale chi lo ha montato? Non di certo la Motom, ne consegue che tuo zio non lo ha comprato così, o se così lo ha comprato, allora era di seconda mano e il primo proprietario può aver fatto qualsiasi modifica senza per questo dirlo a tuo zio ne tantomeno a tua zia. in fine quando questo modello è uscito di fabbrica non esistevano ancora ne il fanalino che c'è montato, ne i pedali che ci sono montati, ne la pipetta che c'è montata. I restauri all'originale, si fanno, si ascoltando, per quanto possibile, la storia dell'esemplare in questione da chi lo ha avuto o da chi ci è stato vicino, ma sopratutto documentandosi il più possibile e quindi assumendo il maggior numero possibile di informazioni, per poi scremarle quando queste sono in contraddizione fra loro, cercando di capire quali sono le più attendibile e/o confermate da più fonti più o meno attendibili, non è un lavoro facile, ne breve ma io ho sempre fatto così, cercando di acquisire i dati il più possibile vicini alla realtà in modo che oserei dire quasi maniacale, per come la intendo io, un restauro che sia degno di questo nome, non si fa chiedendo poche cose qui e la, ma tramite una ricerca sistemica e sistematica e con una successiva analisi comparativa che possa allontanare il più possibile il rischio d'errore, che resta sempre possibile, ma se capita bisogna essere in condizioni di non rimproverarsi nulla riguardo alla procedura adottata per conseguire il migliore risultato. A quelli che potrebbero obbiettare sul mio dire, che si tratta solo di un Motom, rispondo che per me un restauro, di qualsiasi mezzo si tratta, è un'avventura lunga e difficile, che parte da lontano, che mi porta a raccogliere informazioni di tutti i tipi, anche foto possibilmente dell'epoca e di tutte le fonti, che poi metto nero su bianco e sul pc e dopo un lungo studio spesso notturno decido la strada da percorrere. In conclusione, prima di formulare ipotesi e nuove domande, analizziamo ciò che abbiamo in mano, tiriamo delle conclusioni parziali e su queste, scartando le certezze che già abbiamo, procediamo alla ricerca di altre verità. Saluti Giuseppe
Le staffette dei parafanghi nel Motom fotografato, sono piatte.
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