Ecco un'immagine in gara di Luigi Dal Maso con il numero uno da Campione Italiano con la sua Supermono lasciata invariata durante tutti i campionati corsi, rimanendo però sempre competitiva. Molto del merito va alla eccellente guida del compianto Gigi, di cui metto un ricordo scritto dal suo istruttore di quando faceva l'Incursore a Livorno.
Il motore era uno Yamaha 600 ad aria leggermente maggiorato con pistone e cammes più tirate e due Keihin a valvola piatta da 39mm; niente di stratosferico (58 cv intorno ai 8.500/9.000 giri). Il telaio era di Domenico Moretti, sempre di Livorno, WP davanti e dietro e un solo disco da 320mm. Serbatoio in alluminio sotto la sella e monoscocca in fibra di verto autocostruita su modello Mito 125. Si guidava molto bene ed era semplice da manutenere. E' ancora così e mi piacerebbe poterla avere, ma credo che la famiglia non sia disposta a darla via per il momento.
Al mio allievo Luigi DAL MASO
Luigi, ti abbiamo conosciuto nell’agosto 1967, eri appena arrivato alla 1^ Compagnia, e ci colpisti perché ti vedevamo tanto giovane, la barba appena si notava sulle tue guance sempre rosse. Il tuo carattere esuberante ti pose subito in competizione con tutto il 4° corso e successivamente con tutta la Compagnia. Pretendesti molto dal tuo giovane fisico per ottenere i migliori risultati, e li ottenesti, specialmente nell’alpinismo e nello sci, diventando un ottimo istruttore. Da giovane Sergente Maggiore eri già un mito tra i giovani colleghi. Poi ci lasciasti improvvisamente, forse il nostro Reparto, nonostante i molteplici impegni addestrativi in ogni parte d’Italia, ti stava un po’ stretto. Volasti sui mari freddi dell’Europa del Nord per immergerti in piccole campane a grandi profondità alle quali noi incursori non immaginavamo mai di poter arrivare. Poi tornasti a Livorno e noi ti fummo nuovamente vicino, ti ricordavamo ancora con affetto, non ci sentivamo traditi perché ci avevi abbandonati, ti conoscevamo, ti misuravi sempre con le grandi imprese. Sei riuscito a diventare un Campione d’Italia, in uno sport esaltante ma pericoloso, sicuramente anche il paracadutismo ti ha indicato il limite massimo raggiungibile. Adesso, un banale incidente, un’esosa fatalità ti ha voluto sottrarre ai tuoi cari e a tutti noi. Affranti da un forte e indescrivibile dolore, i tuoi familiari ricorderanno il tuo amore e le tue imprese improponibili in questi tempi con valori diversi, noi testimonieremo sempre di che tempra era fatto l’incursore Luigi.
(di Paolo FREDIANI )
Edited by Gatto Silvestro53 - 15/11/2018, 00:23