Ci sono motivi che spingono tutte le persone ad avere qualcosa di caro nel proprio cuore (escludendo moglie, mariti, fidanzate, famiglie, ecc. ecc.......), un qualcosa che è diventato tale a volte per un fortunoso evento, come si suol dire,...... per un puro caso, il mio fù così.
Vivendo nella campagna Torinese all'età di 12-13 anni intorno ai primi anni 80', a parte la scuola, si aveva molto tempo libero da dedicare ad eventuali “passatempi”, che non sono quelli attuali, ma all'epoca erano i tuoi compari di scorribanda, il calcio, la pesca e la voglia di scorrazzare a destra e sinistra possibilmente non a piedi e neanche in bicicletta, se poi a stretto contatto si ha un padre con passati Vespistici e uso quotidiano del mezzo a due ruote, (purtroppo solo per lavoro) ed anche uno zio che è appassionato di motori e di pesca, il gioco è fatto e la malattia è trasmessa.
Come spesso accade se non si hanno troppi mezzi finanziari (o per lo meno accadeva in quegli anni) ci si aguzza l'ingegno e si cerca di sfruttare tutto ciò che ti capita tra le mani, bello o brutto che sia, all'epoca poco importava, bastava che servisse per lo scopo che ti eri prefissato, qualunque esso fosse.
Visto che bisogna sempre darsi un obbiettivo, nasceva in me durante quel periodo (bacilli di famiglia) il desiderio di avere un mezzo a motore tutto mio, nonostante non avessi ancora l'età per condurlo e soprattutto non avessi i soldi per procurarmelo, ma questo era l'ultimo dei miei problemi.
Fatto sta che un pomeriggio durante uno dei tanti giri a vuoto (e si, quando si andava a scuola,perlomeno ai miei tempi, si aveva tantissimo tempo libero..........), scopro sotto una delle tante tettoie della proprietà su cui risiede casa mia un motorino abbandonato, non troppo ben messo ma perlomeno con tutte le cose al suo posto, non mi ero mai accorto di lui nonostante fossi li quasi tutti i giorni (ma forse è dovuto al fatto che fino a poco tempo prima neanche mi interessava ed al fatto che era stato spostato del materiale il giorno prima) e come per magia mi passa per il cervello la brillante idea – se è li non serve a nessuno – quindi può servire a me; detto fatto mi armo di voglia ed in poco meno di due ore il mezzo è recuperato e funzionante.
I problemi sorgono dopo, e la causa sono io, essendo a quasi completo digiuno di meccanica motoristica (ma avevo già riesumato, smontato, rimontato e distrutto un paio di biciclette) e essendo il mezzo un po' datato ed estremamente vissuto, erano più le volte che ero a piedi che quelle in cui ero sul mezzo.
Ma non è questo quello che conta, conta il fatto che quella era la mia prima “moto” (permettetemelo, ma per me era così) e soprattutto conta il fatto che il passo era fatto.......
Ed eccolo qui, (non è lui ma una vecchia immagine di subito.it) perchè lui non esiste più da tempo, ma era proprio così;
e sarebbe diventato nel tempo prima rosso minnio (quello c'era in casa) marrone testa di moro e poi verde recinzione, sempre con telaio bianco, il tutto rigorosamente a pennello, ma fu la prima parte di una avventura che continua ancora oggi.
Cordialmente