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Inizio questa nuova discussione con l'intento di ricordare una moto da corsa che ha sicuramente colpito la mia immaginazione quando ero ragazzo e ha tracciato un segno indelebile su quella che sarà poi la mia passione motoristica in generale.
Questo soprattutto perchè il proprietario/pilota, Galeazzo Pederneschi,che l'aveva preparata secondo alcune teorie che a noi ragazzi appassionati del quartiere apparivano assolutamente inusuali o sconosciute diventò in breve tempo il nostro punto di riferimento motoristico, rivoluzionando il nostro modo di ragionare e condizionando cosi' le nostre "piccole" convinzioni.Ancora oggi io e Maurizio non passiamo un pomeriggio senza che riemerga un concetto già rivisto alla luce di quelle intuizioni. Nel suo box-officina,già allora 1969,si parlava di onde sonore,conicità dei condotti,rigidità degli alberi motore,fronte di fiamma etc.etc. in un'epoca e un contesto in cui le modifiche consistevano essenzialmente nell'aumento di cilindrata e tutt'al piu' un carburatore piu' grande.Era (ed è ancora) un interlocutore insostituibile col quale parlare di motorismo in una Roma che offriva ben poco tecnicamente parlando. Ebbene con la sua Aermacchi privata nel Settembre 1969 a Imola,finale juniores,fece il giro piu'veloce eguagliando il tempo di Angelo Bergamonti (un vero fuoriclasse) stabilito con l' Ala D'Oro ufficiale. A fine gara quelli dell'Aermacchi stupiti per la sua prestazione gli chiesero in visione il motore con la promessa di una revisione gratuita.Lui accetto'.... ma invio' il motore di scorta ! continua.... A. |