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| Non conosco bene la storia di questa dismissione ma qualche riflessione si può fare: - mantenere vivo ed accogliente un museo tanto importante e ricco ha costi importanti, non certo compensabili con le visite se a pagamento. - non so se dove era è in affitto, comodato gratuito da ente pubblica o meno o proprietà privata , nell'ultimo caso oltremodo costoso (imu, tasi ecc. ecc.) - a parte appassionati o persone particolarmente devoti alla meccanica/storia motociclistica chi altri potrebbero perdere del tempo per visitarlo? - la location, Pesaro quindi col suo passato importante motociclistico, poteva acquisire il tutto a patrimonio della comunità locale e anche nazionale ma l'esborso è molto ma molto superiore alle possibilità di un comune, anche se (immagino) florido, come quello di Pesaro. - quando si parla di comune o ente pubblico importante sapere se i cittadini (quindi contribuenti del posto) sono d'accordo ad accollarsi un simile esborso magari in presenza di altre criticità della collettività. - Morbidelli li ci ha esso tutto (o molto) dl suo capitale, eredi figli o nipoti che siano se NON hanno una attrazione verso il mondo motociclistico, devono o vogliono capitalizzare quindi.......................la vendita in blocco alle aste inglesi è sicuramente la via più percorribile.
Qui forse il nostro ministero delle bele arti , senza portafoglio ed impegnato in ben altre azioni di recupero, avrebbe dovuto intervenire e acquisire il tutto ma......................................i soldi? qualcuno deve dare qualcosa a Morbidelli, impensabile che ci omaggi di tutto (noi lo faremmo?? rispondete sinceramente!).
Io da ignorante della situazione la vedo così.
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