Dove MSDS l'ho inventato io perche' deriva tutto dalla serie...
Questo progetto parte tanti anni fa, c’era ancora la Lira, 1996 circa, alcuni amici Triestini si davano “battaglia” la domenica e si sfottevano durante la settimana in sella a dei comunissimi Motom pesantemente modificati nell’estetica e nel motore, ognuno con la sua “Anima”, con i suoi piccoli/grandi segreti celati per non dare vantaggi all’avversario, palesati per intimorirlo.
Il tutto in un sano spirito di amicizia che spesso finiva attorno ad un tavolo o in officina con un pezzo in mano in attente discussioni.
Non ho mai amato il Motom, troppo vivo era il ricordo delle scarse prestazioni durante i giri nella mia infanzia, ancora fresche le ferite per le prese in giro degli amici che gia’ cavalcavano 50ini a 2 tempi di alte prestazioni (Itom, Atala ecc.) ai tempi dei miei 14 anni, mi sentivo “povero ed inadeguato” a cavalcioni di un vecchio Motom, me ne liberai in fretta per un Beta…
Ma i tempi erano cambiati, cavalcavo una rombante bicilindrica Italiana 900 c.c., quelle “garette” facevano tenerezza ed attraevano, cosi’ decisi di unirmi alla combriccola.
Presi informazioni sul mezzo, non aveva molta importanza la fedelta’ storica, l’importante era che motore e telaio fossero Motom, al mercatino di Imola acquistai un motore Motozappa, lo acquistai perche aveva la coppa grande e testa e coprivalvole con le alette grandi, partii cosi’, da un motore.
La mia filosofia era semplice ma ferma, base Motom con accessori di fantasia ma migliorativi delle prestazioni, purche’ di epoca pari o antecedente gli anni ’60, pezzi il piu’ possiblie autocostruiti ed adattati nella piu’ semplice filosofia dell’appassionato/costruttore/elaboratore squattrinato degli anni ’60.
Da continui colloqui con gli amici prese forma il progetto, la forcella doveva essere idraulica con diametro max 30 mm., il freno naturalmente a tamburo di diametro maggiorato, cerchi in alluminio da 18, serbatoio grande e bauletto ribassato del modello SS, carburatore da 16 Dell’Orto.
Questo per partire, poi le prestazione dovevano essere migliorate con modifiche a camme e cilindrata, alcuni amici avevano motore con pompa ad ingranaggi del mod. motocarro, uno montava la pompa olio Gilera adattata e terzo supporto di banco, cambi a 4 marce, modifiche irraggiungibili per me che puntavo a “partecipare” non sicuramente a vincere. J
Morale, dopo un paio di anni ero messo cosi’:
La base c’era, acquistato un telaio con libretto, forcella Gilera 125, ruote montate con cerchi Motom in alluminio da 18 su freno anteriore Gilera e posteriore Motom, un manubri MV Agusta Turismo, faro ex Sax 50, parafanghi stretti ed aderenti per ruote da 18, sella lunga marchiata Motom (forse ex 2T), quindi nessun motorino trasformato, ma un insieme di pezzi raccolti in mezza Italia a cui dare nuova vita.
Naturalmente mi ero guardato un sacco di riviste e foto per capire dove volevo arrivare con l’estetica, decisi di restare vincolato all’estetica anni ’60 ispirandomi alle realizzazioni di Piana o (esteticamente) del Motom 4-5 Marce competizione autocostruendo piu' componenti possibile con attrezzature compatibile con gli anni '60/'70, condizione nuova: tutte le modifiche dovevano essere reversibili per un eventuale futuro ripristino, prima concessione alla modernita’: tutta la viteria in acciaio inox, non mi piaceva lo zincato e non volevo futuri problemi di ruggine, forse in futuro brunisco il tutto.
Problemi famigliari mi hanno fatto restare fermo per oltre 10 anni, nel maggio 2012 riprendo in mano il progetto, sabbiatura ed una mano di fondo:
Un paio di mesi a stuccare e grattare, non essendo carrozziere ho avuto molte difficolta’ a creare una base liscia per la successiva verniciatura fatta in carrozzeria a forno:
Si comincia con il montaggio, la forcella l’ho accorciata di 7 cm perche troppo lunga, faceva assomigliare il Motom un Chopper.
Naturalmente adattato cannotto e piastre alle misure Motom, essendo alto 190 cm. Ho realizzato delle pedane arretrate, non con la solita lamiera saldata nella trave, ma realizzandole in alluminio e vincolandole ai bulloni degli ammortizzatori, le piastre sono fresate internamente per renderle piu’ aderenti e permettere il passaggio catena.
Qui’ ho fatto la seconda concessione alla modernita’ causa esigenze tecniche, ho utilizzato viti a testa conica con incassi a brugola, dovevo farle sparire all’interno della piastra per creare spazio alla catena.
Modificata una piastra anteriore freno per adattarla al posteriore e passare da freno a mano con comando a piede sul lato destro.
Naturalmente un Motom “da corsa” deve avere il cambio a pedale, quindi ho acquistato e modificato una trasformazione Melior ex Guzzino (anche il Guzzino ha 3 marce), creata una piastra per attaccarlo ai supporti motore, molte realizzazioni artigianali con comando attaccato al telaio (modo classico) perdono le marce quando il motore bascula in accelerazione o frenata, qui’ e’ reso basculante tutto il comando che segue i movimenti del motore.
Avendo un piede n° 46, riesco a comandarlo dalle pedane arretrate, ho voluto il cambio a sinistra ed il freno posteriore a destra per non confondermi, quando scendo da una moto moderna, fra le due leve.
Ho costruito il pignone utilizzando la parte interna della Motomzappa (con millerighe) ed esternamente ho saldato un pignone industriale da 18 denti in modo da allungare di un dente il rapporto, per la cronaca i rapporti interni del cambio sono stradali e non Motomzappa.
Essendo il pignone temprato e quindi molto tenace alla tornitura, l'ho ricotto dentro una stufa a legna, dopo qualche ora e' tornato maleabile e lavorabile al tornio.
Il serbatoio, per rendere la posizione piu’ gradevole alla vista, e’ stato arretrato ed alzato tramite due piastre in alluminio, e’ montato su silent block:
La sella (marchiata Motom) e’ stata restaurata ed ha avuto modificati gli attacchi per adeguarla, arretrandola, alla mia statura e renderla aderente al bauletto:
Naturalmente un Motom “da corsa” deve avere in suo cuscino copriserbatoio su cui stendersi, io ho costruito questo che abbraccia tutto il serbatoio chiudendosi sotto con del velcro, questo chiude anche lo spazio fra serbatoio e sella:
Il manubrio ex MV 125 era troppo turistico e l’ho trasformato in due semimanubri, avrei potuto farne due partendo da semplici tubi ma non avevo leve di vecchia foggia (<’70) da installare, qui’ mantengo le vecchie leve diritte che sono in linea con lo spirito del progetto:
Fatto impianto elettrico (anche se ho problemi con la bobina), revisionato il motore con cuscinetti nuovi, pistone e rettifica nuovi, valvola di aspirazione da 19 (a memoria) con condotti lavorati ma con albero a camme normale, l’up grade del motore e’ rimandato a tempi futuri, installato un Dell’Orto d’epoca, sono ora alle prese con il gruppo d’avviamento, all’inizio volevo eliminare tutto e farlo a spinta, poi ho visto quello a strappo del 5 Marce, cosi’ mi sono procurato i componenti della Motomzappa:
Ed ora sono cosi’, ho realizzato una lamiera di alluminio sulla parte superiore che chiuda e mascheri la chiocciola della ventola e copra il pignone catena:
Al mercatino di Ferrara ho visto questo motore, a lui mi sono ispirato per la mia realizzazione:
A tempo perso sto pensando alle parti per elaborare il motore, sto realizzando il modello per fondermi un cilindro grande che copi esattamente la testa grande originale Motom, ma con l’alettatura ingrandita nella parte anteriore (dietro c’e’ il meccanismo cambio) e con camicia in ghisa per installare pistoni grossi (a trovarli…).
E con questo finisco, ancora qualche decina di ore di lavoro distribuite nei mesi futuri e poi...collaudo!
Edited by -alluminio- - 7/4/2021, 21:10